SBAGLIANDO S’IMPARA…OVVERO: NON C’È NULLA DI PERFETTO NELL’ESSERE PERFETTI

PUBBLICATO IL 30 LUGLIO 2024 IN RIFLESSIONI

“Sbagliando s’impara”, quante volte abbiamo ascoltato questa frase? E quante volte invece siamo stati abbastanza magnanimi da rivolgerla a noi stessi?

Da un certo punto in poi della vita, infatti, gli sbagli perdono ogni giustificazione e diventano solo motivo di imbarazzo sociale. Un momento che, con il susseguirsi delle generazioni, sta diventando sempre più precoce, finendo con il fagocitare la spensieratezza della gioventù, i turbamenti dell’adolescenza, la meraviglia dell’infanzia.

Ed è invece questo il vero errore perché, nell’esperienza di una persona, gli sbagli hanno in realtà un ruolo molto importante: la ricerca della loro correzione, infatti, impone di fermarci a riflettere su ciò che accade, su ciò che ci circonda e ci spinge ad una riconnessione con la nostra umanità (che per sua natura intrinseca è tutt'altro che perfetta) e con chi possa esserci di aiuto. 

Sbagliare ci stimola a migliorare e a sfidare i nostri limiti: non c’è nulla di perfetto nell’essere perfetti e non bisognerebbe rinchiudere sé stessi o gli altri in una simile trappola mentale. Piuttosto, ragioniamo sul fatto che, di fronte a uno sbaglio, abbiamo l’opportunità di crescere, di mettere alla prova la nostra pazienza, la nostra forza di volontà; in una parola: evolvere.

Ma affinché l’esperienza in sé si trasformi in un’occasione di miglioramento è innanzitutto indispensabile accettare l’idea che tutti possiamo fallare, bisogna essere consapevoli dei propri errori ma senza lasciare che essi ci identifichino, che minino la nostra autostima: non è vietato sbagliare, ma non è accettabile crogiolarsi nell’errore. 

E poi cerchiamo di non dimenticare che le persone che ci circondano, con la loro esperienza, con il loro personale bagaglio di errori e soluzioni, possono aiutarci a imparare, magari a evitare a nostra volta di fallire.