Questa frase, fuori contesto, può suonare simile a uno slogan, facilmente spendibile in ogni ambito commerciale e non; può altresì essere indicativa di una tendenza della moda o di uno stile di vita. Invece, qui, si intende semplicemente come una mèta da raggiungere e da cui poi ripartire più leggeri e sereni.
Tornare a essere semplici non significa accontentarsi di poco, ma piuttosto concentrarsi sull’essenziale e abbandonare “l’inutile” che sovrabbonda nelle nostre vite, realmente popolate da slogan che suggeriscono come vivere e cosa stimare come importante.
Importante invece è la sensazione di benessere o meno che proviamo in questo momento, mentre siamo circondati da decine di cose che sembrano indispensabili, che invece sono spesso solo superflue, e appesantiscono la nostra anima e le nostre giornate.
Il ritorno alla semplicità può passare, ad esempio, attraverso una fase di decluttering: l’eliminazione di oggetti, attività, rapporti tossici, obiettivi che ingombrano la nostra vita e che impediscono all’aria di circolare e alla nostra mente di respirare profondamente, senza fretta, senza dispendio di energia vitale che ci occorre invece per stare bene e in equilibrio con noi stessi, piuttosto che per restare a galla in un mare di impegni che ci trascinano verso il fondo.
È un processo che richiede tempo, riflessione, impegno ma che può regalare un’appagante sensazione di crescente libertà, fare guadagnare quota e distanza dall’abisso, mentre risaliamo a vedere il cielo.